venerdì 13 maggio 2011

LE LISTE DELLA DISGREGAZIONE

Le elezioni del prossimo 15 maggio non decideranno un bel niente per il futuro di Fabrica di Roma. Non saranno queste elezioni, guidate dai partiti mascherati da liste civiche, a far si che il nostro paese possa diventare una comunità amministrata con trasparenza e con legalità, nel rispetto del bene comune.


Se l’Italia deve ancora uscire dall’ultima fase del medioevo, quello tecnologico, e il cui uso dei mass media da parte dei potentati economico politici rende il cittadino una specie di suddito, di poveraccio che si crede libero e ricco perché vive in un contesto di corrività e di consumismo, pensate a Fabrica come una specie di colonia di basso impero. Forse internet, l’uso interattivo e in un qualche modo giornalistico anche di facebook, in un prossimo futuro può aiutare a liberarci da uno stadio di soggezione nei confronti delle istituzioni e dei partiti che le amministrano.

Il nostro paese non è una comunità in senso civico, non lo è mai stata. Non ha una storia vera e singolare come Ronciglione e Civita Castellana, solo per fare degli esempi di cittadine a noi vicine. Le amministrazioni comunali, soprattutto dal 1988 ad oggi, invece di aiutare a migliorare gli strati sociali e imprenditoriali del paese, col silenzio assenso delle inerti e compiacenti opposizioni, li hanno quasi affossati. I politicanti di Fabrica non se ne sono accorti che qui l’agricoltura e l’artigianato stanno scomparendo, e l’industria, seppure di importazione, si è eclissata. Il paese ha conosciuto una notevole espansione edilizia tra il 1961 e il 1981 (893 nuove abitazioni, a cui vanno aggiunte le 208 del decennio successivo) Ma ci fermiano a vent’anni fa, giacché nella relazione tecnica del Piano Regolatore non sono presenti dati aggiornati all’ultimo ventennio. Gli abitanti dal 1965 ad oggi si sono triplicati, e al 28 febbraio scorso sono giunti a ben 8533. C’è dunque una densità territoriale di circa 242 ab/kmq, molto superiore della media provinciale (79 ab. Censimento ISTAT 2001), e maggiore anche della media nazionale (186,9 ab. Censimento ISTAT 2001). Degli 8533 residenti sono di origine straniera 993, di cui 426 romeni e 334 extra comunitari.

Le famiglie tradizionali di Fabrica sono diventate una minoranza, e quelle comunitarie ed extra comunitarie, insediatesi prevalentemente nel centro storico, stanno dando una fisionomia particolare al cuore del paese – qualcosa che inquieta e turba quelli come me, fabrichesi per parte paterna e materna da molte generazioni, i quali assistono con sgomento, giorno dopo giorno, alla sparizione di scorci urbani, di ambienti rurali, di vivi brandelli di un paese che non ha più le caratteristiche di un paese ma neanche quelle di una città. L’amalgama di etnìe, invece di vitalizzare la cultura – sia in senso umanistico che antropologico - mi pare che abbia un po’ paralizzato la dinamicità e un certo estro inventivo, che il paese ha conosciuto nei decenni e nei secoli scorsi. Non possiamo mentire e nascondere il fatto che Fabrica è diventata un paese dormitorio, con quartieri costruiti appositamente per i forestieri, venuti qui soltanto per l’economicità di un appartamento rispetto ai prezzi della capitale.

Sette liste alla competizione elettorale per il rinnovo del sindaco e del consiglio comunale sono l’indubbio segno di una disgregazione sociale prima che politica, l’incapacità e la riottosità ad aggregare le forze e i talenti, un certo individualismo subdolo e interessato solo ad affermazioni ed interessi economici personali. Ma è anche da ricordare che non è una novità perché altrettanto sette furono nel 2001 e sei nel 1993. Se da anni stigmatizzo il comportamento egoistico dei pubblici amministratori e rinnovo il mio giudizio negativo nei confronti di sindaci che hanno amministrato e di consiglieri che si sono limitati al compito di alzamano, non posso dar la mia fiducia a quelle liste che si dicono diverse, che vogliono affermarsi con la demagogia delle formule, sostanzialmente incapaci e nolenti a stroncare il marcio incancrenito da decenni. Dunque, chi votare, a chi dare la fiducia per non fare in modo che quella crocetta sulla scheda non diventi una grossa croce da portare sulle nostre spalle per altri cinque anni?

Esaminiamole una per una.

Lista Alveare, candidato a sindaco Giuseppe Palmegiani.

Codesta lista con il suo capolista deve la sua perdurante esistenza ad un centro sinistra litigioso, narcisista e disponibile agli inciuci, che non si è mai opposto seriamente al malgoverno di Palmegiani. Il geometra in questione, circondato peraltro da vari geometri e architetti, in questi 23 anni che amministra il paese non è stato capace e non ha voluto realizzare un parco pubblico a Fabrica e al Parco Falisco, che sostituisse degnamente gli angusti e anacronistici “giardinetti”. Non ha voluto realizzare un ampio parcheggio per il centro storico. Non ha mai richiesto finanziamenti per realizzare un parco archeologico a Faleri Novi. Non ha neanche fatto uno schizzo per una casa per anziani, di cui sono dotati tutti i paesi del circondario. Non ha portato avanti i lavori per il depuratore delle acque reflue, sottraendoci però per diversi quinquenni la tariffa relativa sulla bolletta dell’acqua. Non ha voluto costruire i loculi al cimitero (non ve ne sono più dal 2003) né ha permesso che le famiglie, nel rispetto di un opportuno regolamento, potessero costruire in proprio ed in economia cappellette funebri, costringendo così, chi non ha prenotato loculi prima del 2003, alla sepoltura coatta sotto terra. Forse perché poi i familiari dei defunti vanno a chiedere allo stesso Palmegiani di edificare la tomba di famiglia? E’ risaputo che da decenni il Palmegiani esegue lavori da marmista al cimitero, ossia in un settore dell’amministrazione che lui dirige, mettendosì così in un palese conflitto di interessi. D’altronde il vizio di affidare lavori a propri parenti è stato emulato dall’attuale assessore Viggi, che ha affidato al figlio la realizzazione dei marciapiedi al Parco Falisco e l’adeguamento del Teatro Tenda . Figlio che peraltro si è candidato al posto del padre. Per non parlare del Piano Regolatore ad personam, in cui diversi terreni appartenenti agli stessi amministratori o stretti parenti, hanno avuto la fortuna di un innalzamento di indice (e dunque di valore economico) approvato, a turno, da loro stessi. Per non parlare di altri parenti che hanno vinto casualmente – e sottolineo casualmente - diversi concorsi pubblici. Insomma questi sono solo alcuni esempi di amministrazione che fa tutto meno il bene comune e che non voterò assolutamente. Se debbo esprimermi con un voto gli infliggo un bel 4.

Lista Civica per Fabrica, candidato a Sindaco Mario Scarnati.

Il candidato è già stato sindaco tra il 2001 e il 2006, quando si affermò grazie alla lista concorrenziale di centrodestra che disperse il monte dei voti del centrodestra ufficiale. Come quella di Palmegiani è una lista ad personam, dove, qualora dovesse vincere, assessori e consiglieri comunali direbbero sempre di si alle scelte dello Scarnati… giusto per non essere estromessi dal club del laghetto di Cerveno. A suo tempo non mi piacque il suo sfrontato autoritarismo, le scelte amministrative volte ad appagare più la sua fantasia che il bene comune. Quando ci ha indebitato per comprare il palazzo e il parco Cencelli sono stato d’accordo sull’oggetto ma non sulle modalità.. Il bene storico poteva essere acquisito senza spendere un euro, giacché il Ministero dei Beni Culturali offre dei contribuiti per l’acquisto di palazzi storici, purché se ne faccia sede di museo. E invece lo Scarnati ha spostato la sede comunale in questo palazzo soltanto perché aveva una forma di castello e lo gratificava sentirsi il primo castellano. E non ha pensato a come far fruttare l’ex sede municipale di via della Pace, tuttora chiusa e in stato di fatiscenza. Non mi piacque che licenziò a suo tempo un assessore soltanto perché non condivideva una sua singola scelta amministrativa: Non mi piacque quando abrogò la commissione edilizia con la scusa di facilitare le concessioni edilizie, ma contemporaneamente avviò la sua nuova attività di imprenditore edile in loco. Non mi piacque che abbia speso qualcosa come 15.000 euro per commissionare lo studio urbanistico di una nuova piazza che non ha mai realizzato, e poi ha trasformato l’attuale piazza Duomo, l’unica piazza del paese, in una stretta via per potervi allogare una specie di giardinetto pubblico, le cui piante hanno nascosto le bellezze della chiesa romanica di San Silvestro per diversi anni. Non mi piacque, infine, l’ambiguità sulle votazioni della variante del Piano Regolatore, in cui non si è presentato per ben due volte, lui e i suoi sodali, dichiarando nel bugiardino elettorale di essere a favore dell’approvazione in Regione Lazio del Piano Regolatore ad personam. Voto 5

Lista Fabrica Pulita, candidato a sindaco Ornella Angeletti.

Questa lista si presenta ai cittadini come una lista che ha fatto opposizione all’ultima giunta Palmegiani. Niente di più falso. Come può dirsi lista pulita se non ha mai pensato di rivolgersi alla Prefettura per contestare lo stesso simbolo della lista Alveare, che da decenni si è appropriata dello stemma del Comune di Fabrica, ossia il braccio con le api, in spregio del comma 3 dell’art. 6 dello Statuto Comunale? Che genere di pulizia è quella di dichiarare sui bugiardini elettorali di non veder l’ora che la Regione Lazio approvi il Piano Regolatore ad personam, salvo contestarlo, in sede privata, di fronte alle persone che non lo apprezzano, giusto per assecondarli e carpire il loro voto. Ecco, quest’ultimo esempio ci dà l’idea di come questa lista sia guidata da un gruppetto dirigente abilissimo a fare demagogia, ossia ad accaparrarsi il favore della popolazione non cercando di distruggere il marcio esistente, ma facendo leva sui sentimenti legittimi delle grandi paure ecologiche. Dicono di aver condotto una grande battaglia contro la realizzazione di un impianto di generazione di energia elettrica alimentato ad olio di palma, facendo credere che fosse inquinante e pericolosissimo per la salute dei cittadini, omettendo di specificare che l’olio di palma è accreditato come energia rinnovabile dalla comunità europea. In realtà è più facile fare demagogia che mettersi a studiare le delibere e le attività amministrative, censurarle ed eventualmente, se infarcite di interessi privati, segnalarle alla magistratura. Mentre hanno lanciato l’allarme per opere di là da venire si sono stati zitti sulle opere esistenti che danneggiano l’ambiente, inutili e costose per la collettività: silenzio su di un ettaro di pannelli solari, ecologici senz’altro, ma impiantati in una delle campagne più belle di Fabrica, a Vallecchia, in prossimità del bosco della Selva; silenzio sulle fabbriche che non hanno depuratori e scaricano i liquami senza filtrarli; silenzio sul mancato cronico controllo di impiego di fitofarmaci in agricoltura, quelli a base di arsenico, lo stesso arsenico che ci ritroviamo nelle fonti d’acqua; silenzio, o meglio nessuna segnalazione ai consiglieri regionali del PD per far prendere provvedimenti improcrastinabili per la pulizia delle quercie che crescono sulle mura di Faleri Novi; ancora silenzio per il degrado del cimitero comunale e del Parco Cencelli di fattura rinascimentale; nulla per segnalare alla corte dei Conti lo sperpero di denaro pubblico per 4 varianti di piani regolatori fasulli (il primo fu bocciato nel 1978) e per altre cattedrali nel deserto come la scuola per l’infanzia adibita a magazzino, oppure la parallela alla strada del Quartaccio, comprensiva di pubblica illuminazione e diventata un ricettacolo di materiali ingombranti. La stessa candidata a sindaco viene spacciata come un “volto nuovo” quando in realtà, insieme al nucleo di questa lista, ha fatto la pasionaria di Scarnati alle precedenti elezioni, staccandosene soltanto due anni fa. Gli dò comunque il voto di 5 e mezzo per la presenza di alcune persone in buona fede.

Lista Si Cambia, candidato a sindaco Giovanni Francola.

E’ una lista di una persona, Giovanni Francola, che è diventato un personaggio, tale è la sua manifesta brama di giungere in ogni modo al cosiddetto “successo”, usando la strada della politica e cavalcando un partito che stima o disprezza a seconda dell’allocco a cui deve carpire il voto. Successo e interessi personali, giacché ha dichiarato che il piano regolatore, in sede di approvazione da parte della Regione Lazio, è un ottimo piano regolatore – ahi, un suo terreno agricolo in campagna, piuttosto lontano dal centro abitato, è diventato verde privato, acquistando di indubbio valore!. Fino alla tenera età di 50 anni non si è mai occupato di tutelare l’ambiente in cui vive. Poi, col fine di promuovere una fabbrica di riuso di pneumatici, è entrato in politica, e grazie a me, che non avevo capito le sue reali intenzioni – ero allora presidente dell’IDV di Fabrica - si è fatto candidare alle elezioni provinciali del 2010. E’ stato eletto consigliere provinciale con la dote di voti che sono riuscito a conseguire in cinque anni di lavoro sul territorio, più un appoggio di Scarnati, il quale, per motivi ancora poco chiari, aveva dato ordine di votarlo. Subito dopo essere diventato consigliere ha cominciato a lavorare per candidarsi a sindaco, dimostrando così disprezzo per l’elettore che lo mandato in provincia per fare il consigliere, non per giocare a suo piacimento con la politica. E’ un gioco che ha comunque i suoi sponsor, dal momento che non lesina per l’apertura di sedi di comitati elettorali, di manifesti e di programmi in ampi opuscoli di carta patinata. Il suo programma elettorale è il più bel bugiardino in circolazione, pieno di favolette con disegni per bambini, studiato da un ufficio di pubbliche relazione che sa come ingannare gli elettori. Lo stesso ufficio gli ha consigliato di farsi crescere il pizzetto bianco da vecchietto saggio e circolare sempre con il pc portatile per dare l’idea di una persona impegnata. Si, impegnata a bluffare! Assolutamente da sconsigliare per il voto, che qui si prende un bel 3.

Lista Lega Falisca, candidato a sindaco Fabrizio Caponi

Eccoci arrivati alla lista concorrenziale alla lista di Palmegiani, che lo sfida sul terreno ideologico della destra. Certo, la lista di Caponi è una lista di destra idealista, che non ha nulla a che vedere con gli interessi costituiti in loco, anzi è una destra che contesta questi interessi. Di debole ha il fatto di essersi costituita con ritardo e non essere riuscita ad aggregare i cittadini intorno a temi forti e per giunta di rappresentare più Parco Falisco e Falleri che Fabrica paese. Ho un’amicizia personale con diversi candidati e posso assicurare sulla bontà dei loro intenti e sul fatto che, al di là del risultato che conseguiranno, intendono proseguire anche dopo le elezioni ad occuparsi della Cosa Pubblica e degli interessi collettivi. Voto di incoraggiamento 6 piu’.

Lista Comunisti della Tuscia, candidato a sindaco Maria D’Alessandro

Non so che valore può avere al giorno d’oggi definirsi ancora comunisti e vivere una vita da occidentali e da consumisti. La lista della D’Alessandro, come le altre liste delle trascorse elezioni è figlia sia del suo narcisismo che della volontà della sinistra fabrichese di isolare questa persona, che, peraltro, seppure in modi spesso ambigui e appariscenti, ha sollevato problemi reali. Credo sia una lista per la sopravvivenza politica sua e di suo marito, Stefano Di Meo, ex assessore di sinistra alla provincia. Voto 5.

Lista Forza Nuova, candidato a sindaco Danila Annesi

Conosco da molti anni la candidata a sindaco e posso dire che è una persona mossa da istanze ideali e per niente affaristiche. Certo, io sono molto distante dall’ideologia di destra pura e dura di Forza Nuova, ma ci sono in questo partito dei punti in programma che non si possono stigmatizzare a priori, come la messa al bando della massoneria e delle sette segrete, la fuoriuscita dalla Nato e lo sganciamento dall'orbita statunitense, la lotta contro l'usura e l'azzeramento del debito pubblico. E’ una lista di testimonianza, che ha un solo fabrichese al suo interno e quindi non soggetta al voto.

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